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Vastaso:

Per comprendere il suo significato bisogna ricercare nel sociale e nelle condizioni delle strade dissestate della Palermo di quell’epoca in cui venne in uso (1700), che spesso erano un’unica maleodorante pozzanghera a causa della mancanza di una rete fognaria. La borghesia ricca si faceva trasportare per Palermo dai “VASTASI” che reggevano le portantine dette anche "sedie volanti" (il vicolo Sedie volanti esiste ancora), ma si affidava ai VASTASI anche semplicemente per attraversare sul dorso degli stessi, in cambio di pochi spiccioli, strade spesso impraticabili come lo stesso Cassaro (via Toledo, poi Corso Vittorio Emanuele). Il termine “VASTASO” (di origine greca) identifica “COLUI CHE PORTA”. Con questo termine si definiva anche la trave più grossa che reggeva il tetto (architrave) e sulla quale scaricavano tutte le altre assi di legno che lo formavano. Spesso fino a metà del secolo scorso, qualche padre riferendosi al figlio maschio maggiore, o al più legato alla famiglia defindolo “U VASTASU RA ME CASA” volendo indicare con questo appellativo, un valido aiuto a reggerne il peso.

Assunse col tempo anche altri usi, a volte spregevoli. Si usava spesso per indicare una persona volgare, maleducata, sboccata, che si esprimeva con abbondante uso di parolacce. Come si direbbe oggi: con linguaggio da caserma.

Molto probabilmente perché i portantini erano spesso la parte peggiore della plebe Palermitana, non avvezza alle buone maniere, né alla pulizia, né a modi signorili. Ma i vastasi, erano invece propensi spesso a liti, vivevano nei più brutti sobborghi e cortili palermitani, ai margini dei quartieri dove sorgevano i palazzi nobiliari cittadini. Divenne anche il termine, forse per la loro forza, con il quale veniva chiamati i scaricatori di porto. Noto è la definizione: parla o si comporta come “UNO SCARICATORE DI PORTO” quindi come un “VASTASO” o ancor peggio come “UN VASTASUNAZZU”. Da notare che anche in catalano esiste il termine "bastaix", che identifica storicamente gli appartenenti alla Confraternita dei lavoratori facchini del porto di Barcellona (cfr. il termine tardo latino "bastum", a sua volta dal greco "bastazo": peso, fardello).

Origini grecaniche confermate

cancia

In calabrese scrivono Bastasu! In Palermo si dice "βαηστασου" (VAJSTASU IN Palermitano) [ΒΑΗΣΤΑΣΟΥ pronunciato in Ellenico e tutto maiuscolo]. In sardo-campidanese si dice Bastaxiu o Bastasciu.

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